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In fila per entrare e godere finalmente di un po’ di spettacolo, c’è tutto il tempo per ragionare sulle proporzioni di un fenomeno assurto a vero e proprio simbolo della contagiosa passione italiana verso tutto ciò che è dotato di ruote. Automobili, certo, ma anche moto, quad e ogni cosa che sappia abilmente mescolare l’odore degli pneumatici al desiderio di vivere emozioni all’insegna dei motori.
Fu un certo Mario Zodiaco, nato a Lizzano in Belvedere, comune bolognese che nel 1920 diede i natali al giornalista Enzo Biagi, ad inventarsi il Motor Show nel 1976, anno in cui si tenne a battesimo la prima edizione. Fin dalle prime uscite, si comprese agevolmente che il ‘prodotto’ avrebbe incontrato i favori del pubblico. A dare man forte a Zodiaco, dotato di una personalità votata all’avventura che l’ha successivamente indotto a trasferirsi a Panama, arrivarono ben presto Sandro Munari e Giacomo Agostini, rispettivamente un affermato campione del mondo Rally e un motociclista pluri-iridato. L’obiettivo è quello di proporre un’alternativa ai saloni dell’automobile di Torino e Ginevra, puntando soprattutto a coinvolgere la fascia più giovane di appassionati e, apriti cielo, una buona fetta del pubblico femminile. Nelle intenzioni del fondatore, il Motor Show si prefigge quindi di attirare un agglomerato estremamente vario di persone, raramente addetti ai lavori, con un occhio di riguardo per i grandi personaggi dello sport, chiamati a gravitare attorno alla manifestazione a mo’ di ciliegina sulla torta.
Dopo cinque edizioni il Motor Show diventa un vero affare, per gli organizzatori ma anche per gli aficionados. Marcare visita alla kermesse bolognese significa prendere parte ad un irrinunciabile rito, complici forse il trascinante binomio donne e motori, agile accostamento che storicamente ha saputo imporsi nell’immaginario collettivo, un po’ sulla falsariga di quanto avviene ancor oggi proposto sui circuiti di tutto il mondo. Oliati bene i meccanismi, nel 1981 Zodiaco cede i diritti del Motor Show alla società Promotor gestita dall’imprenditore Alfredo Cazzola, col quale forse la manifestazione tocca le sue punte più esaltanti. Sarà infatti necessario attendere il 2007 prima che il ‘carrozzone’ passi nuovamente di proprietà grazie all’interessamento della compagnia francese GI Events, tuttora responsabile per quanto attiene agli aspetti logistici e organizzativi.
Sebbene il 2009, complice il grave momento di crisi economica globale e l’annunciata defezione delle Case costruttrici di automobili, abbia fatto tremare le fondamenta del sistema, a dicembre il Motor Show non ha esitato a rinnovare l’appuntamento con la velocità, nell’ormai abituale quartiere fieristico di Bologna, dove all’Area 48 è stato possibile assistere dal vivo alle avvincenti esibizioni della Ferrari F.1 piuttosto che alle gare Historic Challenge e al Memorial Bettega. Di certo non è stata una passeggiata, ma adesso lo show può davvero continuare.
Il Direttore