In questo numero esclusivo de L’Angolo del Webmaster, il critico d’arte e redattore Walter Nicolosi, profondo conoscitore della realtà artistico-culturale di matrice emiliana, celebra la figura del compianto Edmondo Berselli, apprezzato collaboratore di numerose testate giornalistiche nazionali, addentrandosi nell’analisi di una delle sue opere più famose, ovverosia Quel gran pezzo dell’Emilia dedicata a quella regione goliardicamente definita nel sottotitolo Terra di comunisti, motori, musica, bel gioco, cucina grassa e italiani di classe. (I.D.)

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Il libro Quel gran pezzo dell’Emilia di Edmondo Berselli è un’ironica e disincantata disamina sulla subregione emiliana, intesa in quanto entità sociale, storica e culturale distinta seppur non immediatamente distinguibile all’interno della Regione Emilia-Romagna, quivi delineata come agglomerazione amministrativa imposta dal potere centrale, ma non rigorosa nella rappresentazione delle pur macroscopiche differenze comunque esistenti; si esamina invero l’estrema difficoltà di individuare precisi confini territoriali per un’area che, sorta tra Piacenza e Castel San Pietro Terme lungo i due lati della Via Emilia, peraltro percorrente anche parte della Romagna, ha sviluppato se stessa e la propria influenza oltre riconoscibili delimitazioni naturali e geografiche, giungendo talora a non poter essere inequivocabilmente indicata e sceverata rispetto a talune limitrofe realtà locali dell’Italia settentrionale con le quali si è instaurata un’identificazione soltanto parziale, talvolta resa alquanto ardua dalle differenti appartenenze provinciali o regionali, e non definibile con certezza.

L’autore utilizza note personalità emiliane come metafore di quelle tipiche peculiarità che non soltanto connotano sino all’erroneo luogo comune l’Emilia presso l’immaginario collettivo italiano, ma sono anche e soprattutto divenute stimatissimi emblemi universali di italianità, di unicità e di eccellenza attraverso un sempre attivo e proficuo connubio tra tradizione ed innovazione, in cui la ricerca e l’elaborazione dell’esperienza sono indispensabili per adeguarsi tempestivamente alle nuove esigenze della coevità.

Il giornalista emiliano Edmondo Berselli, cronista caratterizzato dall’incondizionata libertà di pensiero e scrittore per vocazione, ha realizzato tale arguta indagine storica e geografica proprio nella fase di transizione tra la già avvenuta applicazione del decentramento amministrativo in Italia e l’inizio del confronto politico sulle modalità di attuazione del conseguente federalismo fiscale, apportando al suddetto dibattito il saggio invito all’indispensabile attenzione dovuta alle reali problematiche dei territori ed alla storia italiana per meglio comprendere in quale modo disciplinare il rapporto tra Stato ed autonomie locali tramite la meticolosa riconsiderazione delle singolarità e delle difformità anche minime rispetto alle convenzionali impostazioni centraliste, ma senza eccedere acriticamente in un anacronistico localismo particolaristico, e con la constatazione del superamento delle tradizionali ideologie ipostatizzate, nonché del dualismo economicistico tra capitalismo e collettivismo, in favore di un metodo pragmatistico e fattuale per affrontare l’azione governativa, reso necessario dall’avvento della globalizzazione e della sempre più vincolante integrazione tra i Paesi dell’Unione Europea.

Walter Nicolosi

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