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Una piccola finestra colorata sul mondo. Così definirei il Carnevale di Venezia, città che da sempre è l’emblema dell’amore e del romanticismo e che per un breve periodo dell’anno, si veste di gioia e spensieratezza.
Le calle, le piazze si riempiono di gente. Volti di nazionalità diverse si nascondono dietro maschere a volte disegnate, con buona maestria, da ragazze studentesse dell’Accademia delle Belle Arti, a volte acquistate in negozi prestigiosi della città.
Ogni maschera, piccola o grande che sia, racconta una storia, regala alla persona che la indossa una segreta identità.
In tal momento i cenni storici che sarebbe giusto ricordare a proposito di questa festa così bella, si raggruppano in una bolla di sapone che vola via da Piazza San Marco lasciando sulla terraferma solo allegria e un po’ di vanità.
E lo sguardo di un turista attento rimane estasiato dal volo della colombina, evento ormai storico che segna l’inizio del Carnevale.
Molti sono i personaggi interpretati dalla folla, alcuni ricordano il Settecento, altri sono dei nostri tempi e in un angolo di Piazza San Marco, un occhio curioso riconosce l’allestimento di un grazioso teatrino in cui ecco due maschere d’eccezione, Pantalone e Brighella. Mentre il pubblico assiste alle molte scenette, “ahi” sento una piccola spintarella da dietro, e riconosco il suo viso, è Arlecchino.
Nel febbraio 2009, torna al Gran Teatro La Fenice di Venezia, la 3^ edizione del Gran Ballo della Cavalchina. La Fondazione Teatro La Fenice ripropone l’ormai consueto appuntamento con il Gran Ballo della Cavalchina, la storica festa in maschera con spettacoli à l’ancienne che, celebre nell’Ottocento, ha costituito uno dei momenti clou dei Carnevali del 2007 e 2008. Il tema del 2009, “Amore e Illusione”, vuole proporre una festa in cui le maschere siano ispirate ai labili confini che uniscono gli amori sia grandi che piccoli, celebri e meno noti. La platea del teatro, liberata dalle poltrone, si trasforma in un’esclusiva ed elegante sala da ballo dove gli ospiti danzano balli antichi e moderni, mentre il palcoscenico ospita un grande spettacolo comico-acrobatico di teatro varietà. Altri punti di spettacolo con musica dal vivo interessano il foyer e le Sale Apollinee.
Coriandoli, stelle filanti e tanti bambini sommergono di sorrisi e scherzi le vie della città.
Gli occhi dei più piccoli si riempiono di colori, di stupore e in mezzo alla folla ecco un signore coperto da un ampio mantello nero, immortalare ogni momento della festa con un’antica macchina fotografica.
Spostando lo sguardo sul Canal Grande vedo arrivare decine di Riva, motoscafi privati che volando sulle acque della laguna raggiungono hotel lussuosi, primo fra tutti il Danieli.
Edificio diviso in tre palazzi, uno di essi primeggia per la sua particolare struttura che ricorda il barocco veneziano nelle sue forme più sontuose, mentre gli altri due vengono ricordati per una spiccata libertà espressiva che li porta a scavalcare rigori minimali.
Nella hall dell’albergo sono molte le valigie piene di costumi e sogni pronte per essere portate con velocità e precisione dal personale: quanti misteri contengono quei bagagli…
Le feste nei palazzi e dunque anche nel Danieli, richiamano il tema del Settecento e alcune l’Ottocento, come il Ballo dedicato alla Principessa Sissi d’Austria.
Due periodi storici così diversi, a Venezia sembrano mischiarsi; gli ateliers dislocati negli spazi appositi, sono pieni di professioniste make up artist che con piume, parrucche e maschere, cercano di soddisfare ogni richiesta dei protagonisti.
Molti sono i misteri che avvolgono queste feste private, non aperte a tutti, ma saranno proprio così segrete o è il pubblico stesso a renderle tali?
Provate a prenotare per il prossimo anno una di queste serate a Venezia e capirete che la magia sta nel celebrare il culto della famiglia che si ritrova insieme, di certo mascherata, ma solo con la voglia di tuffarsi nel passato per scherzare e ridere di gioia.
Silvia Ferrara
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