- Paratissima: la controfiera di Artissima

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FLASHART, rivista d'arte in Europa, Novembre 2007

Torino

Paratissima: la controfiera di Artissima

“Eravamo quattro amici a una cena e si stava parlando di andare ad Artissima, quando è nata una riflessione sul mondo dell’arte, dei suoi ingranaggi in cui è difficile entrare, ma anche su quanto sia facile lamentarsi senza però proporre nulla di nuovo”, così Valeria Buonuomo racconta come tre anni fa sbocciò l’idea di Paratissima (www.parassito.it), una “fiera” dell’arte indipendente, di cui ancora oggi è tra gli organizzatori. Nella sua prima edizione del 2005, gli artisti erano 7, nel 2006 erano saliti a 90, in quella che inaugurerà venerdì alle 18 alla Carceri Nuove di Torino saranno 200. Un tasso di “riproduzione artistica” che ricorda quella dei conigli nella serie di Fibonacci resa celebre nell’arte da Mario Merz. Non è casuale citare l’artista torinese in questo contesto, perchè Merz iniziò a disegnare, sperimentando il tratto continuo, proprio nelle Carceri Nuove dove fu imprigionato per un anno per la sua attività antifascista. Un luogo storico, la sede di Paratissima di quest’anno, un drammatico monumento alla lotta per la libertà che diventerà luogo di libera espressione. La totale assenza di selezione, si pagano solo 25 euro per la quota di partecipazione, potrebbe far temere che qualcuno ceda alla tentazione di un “cattelanismo” filofascista nella speranza di attirare attenzioni mediatiche. Ma Valeria assicura che non ci saranno episodi simili. “L’unica censura che ci permetteremo sarà, non quella in base ai canoni di bellezza e bruttezza, ma in base a quello che è giusto o sbagliato mostrare in un luogo così fortemente connotato storicamente”. L’escalation di Paratissima non riguarda quindi solo il numero di artisti coinvolti, ma anche l’importanza della sedi espositive: dall’appartamento in via Po del 2005, ai 3.000 metri quadrati di uno spazio industriale in disuso del 2006, a un luogo simbolo della lotta di liberazione del 2007. Viene da pensare che gli organizzatori siano persone che giocano a fare gli alternativi, duri e puri contro ogni logica mainstream, che usano il prefisso Para come alfiere del proprio antagonismo, ma che in realtà godono di conoscenze altolocate in grado di aprire persino le porte di una prigione. Invece non è così, e le Carceri sono state ottenute dopo “estenuanti trattative”. Concesse non dal Comune, ma dal comitato “Nessun uomo è un’isola”, il gruppo di volontari che si occupa di aprire quotidianamente le carceri e di guidare il pubblico alla loro scoperta (o riscoperta). Alla fine il comitato “ha creduto nel nostro progetto tanto da autorizzare uno degli artisti a una performance che lo vedrà rinchiuso per tre giorni in una cella”, spiega Valeria Buonuomo. Anche gli sponsor riservano sorprese, sono totalmente privati. E l’etichetta “Contemporary”, che designa tutti i maggiori eventi rappresentanti la creatività contemporanea torinese, è stata appiccicata loro senza che venisse richiesta. Una “marchiatura” che suona un po’ come un bacio della morte: nel 2008, infatti, il Comune chiuderà il Settore delle Politiche Giovanili che si occupa di organizzare e finanziare eventi capaci di coinvolgere giovani con buone idee da mostrare ma poche occasioni per farlo. Tuttavia, assicura Valeria, Paratissima tornerà anche nel 2008, con la “benedizione” di Andrea Bellini, il neo-direttore di Artissima, che assicura andrà a vedere l’evento e gli riconosce il merito di “aggiungere un po’ di vitalismo anarchico” al panorama artistico torinese.

Stefano Riba


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